«Cosa vedi in questo calice di vino rosso?» domanda un commensale al filosofo Edgar Morin. Egli risponde: «Vedo le particelle dell’atomo, vedo i nuclei dell’elio, vedo la vigna che ha prodotto quest’uva e poi il Mediterraneo, l’origine della vita e molto altro ancora. Vedo la nascita dell’universo perché vedo le particelle che vi sono formate nei primi secondi. Vedo un sole antecedente il nostro poiché i nostri atomi di carbonio si sono forgiati in seno a quell’astro che è esploso. Poi quel carbonio si è legato ad altri atomi di carbonio in quella sorta di pattumiera cosmica, i cui detriti, aggregandosi, formeranno la terra. Vedo la composizione delle macromolecole che si sono assemblate per far nascere la vita. Vedo le prime cellule viventi, lo sviluppo del mondo vegetale, l’addomesticamento della vite nei Paesi mediterranei. Vedo i baccanali e i festini. Vedo la selezione dei vitigni, una cura millenaria attorno alle vigne. Vedo infine lo sviluppo della tecnica moderna che oggi permette di controllare con strumenti la temperatura della fermentazione nelle cantine. Vedo tutta la storia cosmica e umana in questo bicchiere di vino e, beninteso, anche la storia specifica del Bordolese.»1
Illuminante questo passo di uno dei sei volumi sul Metodo La natura della natura: questo è l’approccio che dovrebbe avere un esperto di movimento, qualora si trovi ad assistere a un’azione di gioco, un gesto atletico, ecc. In ogni movimento, anche il più elementare, come in un processo ologrammatico è conservata la storia del movimento, vi è presente tutta la vita che nasce nella notte dei tempi. In un movimento, anche il più elementare, è possibile osservare l’evoluzione dell’uomo, la biologia, la fisica, ma anche il carattere di una persona. Il movimento custodisce tantissime informazioni. Ho conosciuto bravissimi allenatori che in un attimo sono in grado di interpretare le caratteristiche dell’atleta, ad alcuni basta osservare la postura della persona, il tono muscolare, i gesti, la camminata per capire più di quando ci si possa immaginare del nostro allievo.
Dimmi come ti muovi e ti dirò chi sei.
La misurazione semplice ha senso, ma solo se è accompagnata da riflessioni metacognitive che estendono la nostra visuale. Prima di tutto, quello che dovrebbe sviluppare l’allenatore è la sensibilità alla serendipità; come un detective arrivato sulla scena del delitto dai particolari anche più insignificanti arriva a capire chi sia stato l’assassino, così l’allenatore dovrebbe ricostruire la situazione per indicare la strada da percorrere.
Strada che non è tracciata da programmi ma da strategie.
Come direbbe Antonio Machado, “caminante no hay camino”: la strada si fa con il cammino.A
“In condizioni di elevata complessità,
dominate dall’intreccio tra necessità e caos,
l’unico modo di apprendere è quello che procede per tentativi (try & learn).” 2
Il ruolo dell’allenatore è analogo a quello di un ricercatore, che calca una strada da trovare e da creare momento per momento.
La creazione richiede il contemporaneo
utilizzo di pensiero divergente
(verso la discontinuità) e convergente (verso la sostenibilità). 2
Per questo trova spazio la ricerca-azione, per questo ha senso affermare che l’allenatore deve posizionarsi sull’orlo del caos. Ci si deve mettere nelle condizioni di cogliere l’attimo creativo.
“Ci vuole un mix di razionalità e irrazionalità per affrontare i problemi. Per superare l’inadeguatezza tra problemi globali e saperi parcellizzati, la conoscenza deve diventare multidimensionale e interdisciplinare.” 3
Un sistema troppo ordinato si cristallizza,
diventa rigido e fragile.
Un sistema troppo caotico non riesce a coordinare
le forze per affrontare i problemi.
Ma un sistema con un certo grado di disordine
è flessibile, adattivo e creativo.B
L’allenatore deve saper cogliere, deve saper comprendere, e la comprensione richiede consapevolezza della complessità. Deve essere pronto al cambiamento, deve essere flessibile a tale cambiamento. È qui che nasce l’allenamento sportivo, per questo “caminante no hay camino”, la strada si fa con il cammino.
“L’apprendimento non deriva (solo)
dallo studio di casi noti,
ma dall’azione pratica in prima persona all’interno della complessità.”2
Ma quale strada dovemmo aspettarci?
Certamente non un percorso rettilineo privo di imprevisti. “Prepararsi a vivere l’incertezza”.
“La complessità è una parola-problema e non una parola-soluzione.” (E. Morin)
Come direbbe ancora Morin:
“La conoscenza è dunque proprio un’avventura incerta che comporta in se stessa il rischio di illusione e di errore. Ora, è nelle certezze dottrinali, dogmatiche e intolleranti che si annidano le peggiori illusioni.” (E. Morin)
Ancora:
“Navighiamo in un oceano di incertezze attraverso un arcipelago di certezze locali.“(E. Morin)
La frase del poeta greco Euripide, oggi come allora non ha scalfito il suo messaggio:
“L’atteso non accade mai, è all’inatteso che Dio apre la porta.”(Euripide)
“La Via veramente Via non è una via costante.” (Lao Tzu)
Armati di passione, amore, fede e speranza, con senso di angoscia proseguiamo nell’oceano delle incertezze.
Dante Alighieri esprime questo senso di smarrimento in modo sublime nelle prime righe della Divina Commedia:
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai in una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.4
Non so quali siano le certezze se non l’unica vera certezza, che è l’incertezza.
“Noi non possiamo predire
mediante metodi razionali o scientifici
lo sviluppo futuro della conoscenza scientifica […]
Perciò non possiamo predire il corso futuro della storia umana.”
(Carl Popper)
“La vera razionalità è cosa diversa dalla razionalizzazione: la vera razionalità dialoga con l’oscuro.” (Edgar Morin)
Continua nel prossimo Articolo…
Consiglio questo film perché credo che esprima bene a alcuni concetti scritti in questo articolo
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Giulio Rattazzi
https://www.demotu.it/wordpress/archives/category/complessita
Bibliografia
- l Metodo Vol.1- La Natura della Natura Edgar Morin – Raffaello Cortina Edizioni
- Prede o ragni di Alberto De Toni e Luca Comello Alberto F. de Toni e Luca Comello, Prede o ragni, Utet Libreria Torino, 2005.
- I sette saperi necessari all’educazione del futuro Autore: Edgar Morin Editore: Cortina Data di Pubblicazione: 2001
- Prima terzina del primo canto della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Sitografia
- http://santiago.pellegrinando.it/poesie/1.01_Cantares.htm
- http://www.tulliotinti.net/psicofilosofia/corsi/episteme_psiche/4_ecoratio.pdf